Pietro Bembo

Appartenente a una nobile famiglia veneziana, fin dalla gioventù Pietro Bembo ebbe modo di costruirsi una solida formazione e reputazione letteraria grazie ai contatti con l'ambiente paterno e in seguito all'amicizia con
Ludovico Ariosto, con
Baldassarre Castiglione e alla consulenza per
Aldo Manuzio. Il suo merito principale fu quello di contribuire in maniera significativa alla «codificazione dell'italiano scritto», uniformato al modello boccacciano, nell'opera che più di tutte lo ha reso famoso, «la grammatica più importante dell'intera storia dell'italiano», ossia le ''
Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua'' (1525). Parimenti decisivo fu il suo ruolo nella diffusione in tutta Europa del modello poetico
petrarchista, legato a rime amorose dal sapore
platonicheggiante a
Maria Savorgnan e a
Lucrezia Borgia. Stimato scrittore e poeta anche in
lingua latina, dopo una vita avventurosa tra le varie corti italiane fu alla fine nominato
cardinale nel 1539 da
papa Paolo III, morendo a Roma nel 1547.
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